Mobilitazione scuola: le dichiarazioni di Pino Turi

Ieri si è tenuta la prima assemblea delle Rsu , promossa dai cinque sindacati scuola nell’ambito della mobilitazione in atto contro le misure inserite nel DL reclutamento e formazione approvato nei giorni scorsi dal Governo.

Quella di ieri è stata la  prima di una serie di iniziative per contrastare le misure governative. Lunedì è previsto il tavolo di conciliazione al Ministerio del Lavoro. L’esito della riunione determinerà l’eventuale proclamazione dello sciopero.
Venerdì 13 è prevista una nuova riunione dei direttivi sindacali.

Qui di seguito la traccia delle dichiarazioni del segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi, nel corso dell’Assemblea (che può essere rivista sui siti, sui canali Youtube e FB dei cinque sindacati scuola.)

ASSEMBLEA RSU
Turi: «La scuola è ancora una volta sotto attacco, lavoriamo tutti insieme con solidarietà e unità.
Abbiamo bisogno di capire come contrastare tutti insieme questo decreto che avvicina sempre di più la scuola ad un centro di formazione professionale. La scuola non è del Governo è dello Stato».

«Questo provvedimento è la seconda puntata della legge 107 del 2015, la famosa Buona Scuola.
La scuola si sta trasformando in un’azienda e sta perdendo la sua vera natura.
Questi provvedimenti incidono sul lavoro delle persone,  orientato verso una dimensione aziendalista della scuola, si vorrebbe arrivare persino a resettare le sinapsi culturali dei docenti.

«Non riusciamo a trovare qualcosa di positivo in questa legge. Abbiamo firmato un accordo mesi fa e quell’accordo è stato completamente disatteso. Il contratto è un confronto tra le parti che trova una mediazione. Qui non c’è fiducia nel Governo e nell’Aran. Mettere il parlamento nelle condizioni di gestire il personale significa tornare indietro di 70 anni e dare voce alle lobby interessate».

«Faccio un appello a tutte le Rsu elette. Dobbiamo mobilitarci. Come si reagisce a questo decreto incostituzionale? Recuperando la dignità di chi lavora nella scuola, persone che stanno gestendo tutte le difficoltà di questi anni in maniera eccezionale. La scuola è ai primi posti delle classifiche di gradimento, è amata dagli italiani».

«L’effetto di questo provvedimento sulla scuola è tremendo. Il decreto affonda il sistema. Noi siamo convinti che il sistema democratico costituzionale va rilanciato con investimenti ma mantenendo una base che ci invidiano in tutta Europa e non portato su altri binari. Non omologhiamoci a sistemi anglosassoni che non ci appartengono».

DOCENTI PRECARI
«Il dramma dei precari e il futuro della scuola» – Questo provvedimento getta i precari in uno stato di abbandono. E’ l’intera comunità educante a subire i contraccolpi di questi provvedimenti. La scuola è libertà e democrazia. Vogliamo e dobbiamo intraprendere un’iniziativa che è cultural politica ed anche sindacale. In questi giorni continuiamo a chiederci come il sindacato può reagire a tutto questo. Dobbiamo darci una mossa e insieme decidere. Mi rivolgo di nuovo alle RSU, questo sciopero serve? Se la risposta è affermativa i lavoratori devono aiutarci a farlo capire. Abbiamo tempi strettissimi e un avversario ostico. Dobbiamo organizzare una risposta»

«Appello Rsu» – I cinque sindacati non sono tutti uguali ma oggi si mettono insieme perché l’attacco è frontale.  Il decreto toglie dignità al nostro settore e a chi ci lavora. Io dico che è arrivato il momento di riprenderci la dignità. La scuola non è del governo è dello stato. Tutti i tentativi fatti per riformare la scuola in senso negativo sono finiti male per la politica.