Il Segretario Generale Uil Scuola interviene sull’interrogazione parlamentare presentata dai 5 Stelle: Sì al metodo Brunetta.

In queste ore i deputati e le deputate pentastellati hanno presentato un’interrogazione parlamentare al ministro Brunetta sui concorsi pubblici, incluso quello della scuola. Per i 5 Stelle le nuove norme sui concorsi, che sostituirebbero la prova preselettiva con una selezione basata su titoli ed esperienze pregresse, penalizzano i giovani preparati.

E’ veramente singolare – commenta il Segretario Generale Uil Scuola Pino Turi –  vedere come una forza politica si faccia interprete delle preoccupazioni dei candidati ai concorsi, che il ministro Brunetta, a giusta ragione, ha cambiato per dare le risposte di interesse pubblico e non privato in base ad un accordo con il sindacato.  Per Brunetta, che pure in passato abbiamo aspramente criticato, una prova preselettiva a crocette è un errore e che bisogna cambiare. Il merito è ben altra cosa”.

Non usa giri di parole il segretario Uil Scuola senza dimenticare i 200 mila precari che sono in attesa da anni.

“La scuola ha sue peculiarità – sottolinea Turi – : tutti concordano sul fatto di essere tutti in classe. Ma si decide di farlo con contratti a tempo di natura temporanea, di un anno.  Si crea un precariato che non è limitato ad un solo anno di servizio, ma a decenni. Intere generazioni in attesa, magari quelle stesse che si stanno laureando e che pretendono anche legittimamente, di prenotare un posto nella scuola, senza voler attendere nel turn over che ci sarà nei prossimi anni”.

Dopo circa due anni di scuola in Dad a causa della pandemia non è concepibile creare altro disagio agli alunni.

“Nessuno – conclude Turi – ci potrà mai convincere che un docente che cambia scuola e classe tutti gli anni per sopperire alla mancanza di un reclutamento stabile sia giustificabile. Serve  una programmazione sul reclutamento in base al turn over e sulla base della realtà. Il metodo Brunetta è da condividere, con le dovute differenze e specificazioni, anche nella scuola altrimenti il prossimo anno si aprirà con un esercito di precari, che saranno reclutati a dicembre, con buona pace di quanti volevano recuperare qualche giorno a giugno”.