Mobilità docenti e ATA: Uil Scuola non tratta

Si è tenuto ieri, martedì 11 gennaio, un incontro tra le Organizzazioni Sindacali firmatarie del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del Comparto Istruzione e Ricerca e il Ministero dell’Istruzione, sul rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale Integrativo relativo alla mobilità del personale docente, educativo ed ATA per il triennio 2022/2025.

Nella bozza, presentata dal Ministero, c’è la conferma di tutti i vincoli di legge e di ulteriori elementi peggiorativi. In particolare, oltre all’inserimento di tutti i vincoli previsti per legge che bloccano la mobilità per i docenti e per i DSGA, nella bozza sarebbe prevista una modifica per il personale docente titolare su sostegno una volta terminato il vincolo quinquennale di permanenza su tale tipologia di posto.

In pratica per chi volesse trasferirsi, si tratterebbe di un passaggio di ruolo e non di un normale trasferimento come è stato fino a questo momento.

L’intenzione del Ministero è ovviamente quella di ridurre il più possibile tali movimenti perché è ovvio che le aliquote destinate alla mobilità professionale (terza fase dei movimenti) hanno notoriamente meno posti disponibili rispetto a quella dei trasferimenti.

“Indubiamente – sottolinea il Segretario territoriale Uil Scuola Cremona Oreste Pegno – è davvero difficile riuscire a ipotizzare il rinnovo del  contratto integrativo sulla mobilità del personale  peggiorando quello che è attualmente vigente.  Il contratto nazionale 2016-18 prevede, per il personale docente, la possibilità di presentare istanza di mobilità volontaria non prima di tre anni dalla precedente, qualora si sia ottenuto l’istituzione scolastica richiesta volontariamente. Vincolo applicabile solo ai docenti che inseriscono la scelta della preferenza della scuola. Ma non sono previsti altri blocchi da contratto”.  

In pratica si ritiene che nella scuola lo strumento per modificare le leggi a favore della contrattazione già esiste e va solo attuato.

L’ art 2, comma 2, del Testo Unico n.165/01 – spiega Pegno –  prevede infatti che le norme di legge, presenti, passate e future – o regolamento, possono essere modificate dal contratto, per le materie che sono oggetto di contrattazione. Ecco perché come Sindacato non abbiamo appoggiato la bozza del Ministero. E se non otterremo risposte siamo disposti a ribadire in ogni sede, persino giudiziale, l’attuale struttura del contratto integrativo sulla mobilità”.