Turi commenta il prof Cassese: Sì ai concorsi no alle clientele

Il Segretario generale Uil Scuola Pino Turi commenta l’articolo pubblicato sul Corriere della Sera del professor Sabino Cassese.   

Per Cassese evitare i concorsi è un errore perché se la selezione non avviene secondo il merito, la scelta degli addetti alle funzioni e ai servizi pubblici avverrà sulla base del clientelismo, delle simpatie politiche, della famiglia di appartenenza, o del caso.

Tuttavia Pino Turi, pur ribadendo la stima per Cassese, sui cui libri si è formato, intravede nelle sue parole della retorica sui concorsi.
Il Segretario della Uil distingue infatti tra la teoria, di cui a suo modo parla Cassese, e la pratica, che “invece è altro. Un Paese, come il nostro che ha delegato tutto alla politica dei partiti, è rimasto incatenato tra le maglie della  burocrazia perdendo così autorevolezza ed indipendenza”.

“Come si può parlare di concorsi e di merito quando che li organizza lo fa con precisi obiettivi, legati alla gestione del potere e della ricerca del consenso? – taglia corto Turi -. Tante sono le denunce e le inchieste in ambienti autoreferenziali, come sono le Università, in cui è facile trovare parentele e clientelismi. Per non parlare dei concorsi negli Enti Locali e nelle Asl  dove a volte sono stati promossi figli, mogli o amanti. Non ultima, la somministrazione dei vaccini dove pure favoritismi e scorciatoie di alcuni sono stati svelati a danno di qualcun altro.

E l’attenzione di Turi si sposta poi sul tema lavoro

“In questi giorni – spiega Turi –  la maggior parte delle forze politiche non fanno altro che invocare ristori per tutti, mentre si sta preparando nell’indifferenza generale un imponente licenziamento di massa. Oltre 213.000 lavoratori con contratto a tempo determinato perderanno il lavoro tra giugno e luglio per sperare di riaverlo per il nuovo anno scolastico che non parte mai prima di novembre – dicembre”.

E sulla scuola secondo Turi deve poter valere il criterio per cui le persone devono avere una selezione per titoli, un anno di formazione ed esame finale, interpretando, in questo modo anche bisogni diversi da quelli personali.

“Lo Stato  dovrebbe  dare agli alunni una guida stabile e ferma che li possa condurre. per mano, nel mondo reale. L’errore non è evitare i concorsi, ma evitare che le clientele degradino e usino i concorsi per non assumersi le proprie responsabilità”.

L’articolo completo di Turi