Contratto didattica a distanza, la Uil propone referendum

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Un’ora di lezione in presenza equivale a un’ora on line? L’abitazione è un luogo di lavoro? La sicurezza come viene configurata? E la privacy?  E ancora,  come si garantisce la vigilanza? E gli infortuni sul lavoro?  Le piattaforme private sono sicure?
Sono solo alcuni degli interrogativi che la Uil Scuola si pone in questo difficile momento pandemico e a cui vanno, certamente, date risposte adeguate.

Per il segretario generale Uil Scuola Pino Turi : “ C’è bisogno di un referendum sull’ipotesi di contratto sulla didattica a distanza, per avere regole certe e al contempo una partecipazione democratica per combattere tutti uniti il pericoloso nemico pandemico. Gli insegnanti, in piena emergenza hanno inventato la Dad, a scuole chiuse. Ora con la seconda ondata della pandemia, un ministro se ne appropria e lo trasforma in DDI, a scuole aperte. In Italia non c’è niente di più duraturo di ciò che è provvisorio – continua Turi -. Si tratta di ridisegnare l’orizzonte delle scuole, la professionalità delle persone. Servono punti di riferimento solidi e seri che consentano di mettere a punto un vero contratto rispettoso della natura costituzionale della scuola e della trasformazione in atto. La fretta non è buona consigliera”.

A confermare la linea del sindacato anche il segretario provinciale Uil Scuola Cremona Oreste Pegno per il quale esiste al momento una confusione che contribuisce all’invasione dei Presidenti di Regione che di fatto entrano a gamba tesa nell’organizzazione interna delle scuole.

Si tratta di un vero e proprio conflitto tra competenze dello Stato e Regioni – spiega Pegno – che sta determinando di fatto un’intrusione delle Regioni in una materia riservata allo Stato e in particolare alle singole scuole autonome.

Già questo basterebbe a riconsiderare l’intera vicenda che interessa la frattura sindacale perseguita dal MI. Siamo in presenza di un contratto per adesione più che di altro

 Genitori in smart working e professori in Dad: è un caso che diventa sempre più frequente. Tutti assistono e la chiamano scuola? Va bene, siamo in emergenza e non abbiamo alternative.
Ma quando diventa DDI il contesto cambia; si tratta di introdurre un contratto rispettoso della natura costituzionale della scuola; un modello che cambia la vita e la professione, con mille sfaccettature interdisciplinari e dirette responsabilità su docenti, dirigenti, famiglie.