Whatsapp di classe: regole e galateo per studenti e genitori

Foto, messaggini, vocali , chat tra docenti, studenti e genitori e trilli e cellulari che squillano sempre, con voti, messaggi e compiti a tutte le ore , anche di domenica.

Una babele di gruppi Whatsapp dove abbondano stickers, emoticon, faccine, meme ed emojj.

Ne sanno qualcosa i ragazzi ma anche i loro genitori ed i loro professori.

Ed ecco allora il decalogo ed il nuovo galateo per classi su cui insistono pedagogisti  e terapeuti.

Cosa non fare?

  • Meglio che studenti, genitori e insegnanti abbiano chat separate
  • Vietati i messaggi di notte e nei festivi, sì a quelli dalle 8 alle 21.
  • Niente commenti o frasi lesive nei confronti della scuola
  • No alle valutazioni e ai giudizi via chat: c’è il registro elettronico
  • Limitare il più possibile i messaggi vocali specie se lunghi
  • Non intasare le chat con stickers, emoticon e meme
  • Non inoltrare nella chat di classe foto private
  • Sì agli inviti alle feste dei figli ma adesioni e grazie in chat a due
  • Al rappresentante di classe spetta il compito di moderare la chat
  • Sui social, per i professori è consigliato il profilo chiuso e meglio rifiutare l’amicizia con gli alunni.

Sono queste le dieci regole, riportate nell’articolo de la Repubblica di Viola Giannoli.

Si legge nell’articolo:

“ Nella giungla delle chat scolastiche in cui convivono studenti, genitori, presidi e professori si avvicendano h24 compiti, uscite anticipate auguri, foto, collette, inviti alle feste ed esiti di tampone. Insomma non ci sono regole”.

Per il ministro per l’Istruzione Patrizio Bianchi vietarli è sbagliato. Ma in attesa di una disciplina nazionale, alcuni istituti hanno preferito stabilire delle regole.

Ad esempio, si legge sempre su Repubblica:

“ A Bari sono vietati i gruppi genitori/docenti  e i numeri di telefono condivisi, così come pure i voti in chat. A Caserta, stop a foto e video mentre a Faenza le chat vengono considerate un valido strumento per fare gruppo”.

Per il Segretario Uil Scuola Pino Turi:

“Pensare che il codice si trasformi in divieti e sanzioni ci sembra sbagliato “.

Per la rete degli studenti :” Serve educare alla tecnologia e non disincentivarla”.

Spesso però , specie fra gli adulti sembra mancare il buon senso ma tornare indietro secondo il pedagogista Daniele Novara può apparire rischioso .

“L’importante -sottolinea– è prima di gridare a lupo a lupo meglio informarsi “.