Il Ministero vuol ridurre “ancora” le scuole e dirigenti scolastici

Il 13 e il 14 aprile scorso si sono tenute due riunioni tra il Ministero dell’Istruzione e del Merito e le Organizzazioni Sindacali dell’area V – Dirigenti scolastici – per discutere dell’organico dei dirigenti scolastici per l’anno scolastico 2023/24 e delle fasce di complessità delle scuole.

Organici

In apertura di incontro, il Ministero ha informato le Organizzazioni sindacali che la forte denatalità influisce sull’ondata di accorpamenti tra istituti scolastici che causerà la scomparsa, nei prossimi anni, di circa 700 unità scolastiche. Inoltre, verranno ridotti i posti di organico di oltre 1.400 Dirigenti scolastici e Dsga alzando gli attuali parametri minimi per la costituzione delle autonomie scolastiche da 600 a 900 alunni. Infine, dal prossimo anno scolastico, gli organici dei Dirigenti scolastici saranno triennali.

La Federazione UIL Scuola Rua ha ribadito che ‘scuole autonome’ significano una presidenza, una segreteria, personale ATA e insegnanti stabili. La UIL sostiene la nomina dei Dirigenti scolastici anche nelle scuole sottodimensionate, sia su quelle storiche, che su quelle determinatesi nel corrente anno scolastico. Secondo il sindacato, le situazioni complesse e difficili da governare meritano invece una riorganizzazione funzionale e un cambio di tendenza nella politica di tagli e risparmi. Non bisogna dimenticare gli aspiranti dirigenti scolastici in attesa di nomina, tra coloro che sono inseriti nella graduatoria nazionale.

Fasce retributive nelle scuole: un nuovo contratto nazionale in vista

In Italia, le fasce retributive dei dirigenti scolastici variano notevolmente a seconda della regione in cui si trovano. Finalmente, dopo anni di rivendicazioni, è stata avviata la trattativa per un nuovo Contratto Integrativo Nazionale che uniformerà le fasce retributive in tutto il paese.

L’obiettivo è eliminare l’ingiusta sperequazione esistente tra le diverse regioni e garantire ai dirigenti scolastici una retribuzione adeguata e trasparente. Ciò consentirà di conoscere a priori la posizione della scuola scelta e la relativa retribuzione collegata.

La procedura, che prima era a livello regionale, diventerà nazionale, semplificando il lavoro di controllo e di autorizzazione e riducendo i tempi di attesa che, in passato, hanno causato problemi come l’incapienza dei fondi e restituzioni coatte di somme già percepite.

Inoltre si è discusso anche del Fondo Unico Nazionale per l’anno scolastico 2023/24, che ammonta a 373.445.560 euro. L’amministrazione ha presentato una proposta articolata in tre fasce, ma è chiaro che queste fasce potrebbero variare.

Le organizzazioni sindacali hanno chiesto la necessità di effettuare simulazioni per prevenire eventuali problematiche applicative e l’introduzione di clausole di salvaguardia per evitare discriminazioni e garantire equità distributiva.

Infine, nella prossima riunione del 19 aprile, sarà presentata anche la bozza della direttiva relativa alla rotazione degli incarichi. Il Ministero ha annunciato l’intenzione di proporre la decorrenza dal 1° settembre 2023, stabilendo un tempo di permanenza degli incarichi sui diversi posti di lavoro.